Cinquant’anni di vita, missione e comunità: la festa del Sacro Cuore
Domenica 28 settembre 2025 la grande famiglia del Sacro Cuore di Roma si è ritrovata per celebrare i cinquant’anni di fondazione della casa, segno vivo della presenza e del carisma salesiano nel quartiere Nuovo Salario.
Una giornata luminosa, segnata dalla gratitudine e dalla gioia, che ha visto anche la partecipazione della Scuola Maria Ausiliatrice di Via Morrone, parte integrante della storia educativa e spirituale di questa casa.
Dopo un caloroso momento di accoglienza, fatto di abbracci e sorrisi tra ex allievi, sorelle e famiglie, la mattinata si è aperta con la Celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Enrico Dal Covolo, da sempre amico e compagno di strada della comunità. Concelebravano don Giorgio Zazza, parroco di Santa Maria della Speranza ed ex allievo della scuola, don Zevini, docente dell’UPS e guida spirituale di tanti giovani, e don Sufi, cappellano della casa.
La liturgia, curata con semplicità e profondità, è stata accompagnata dai canti animati da sr Elena Massimi dell’Ufficio Liturgico Nazionale della CEI.
Nell’omelia, Mons. Dal Covolo ha voluto legare la Parola della domenica alla prossima canonizzazione di sr Maria Troncatti, missionaria salesiana in Ecuador.
“Il peccato del ricco – ha ricordato – è l’avvitarsi su se stesso, dimenticando Dio e il fratello. Sr Maria Troncatti è l’opposto: una donna che si è donata interamente, chiamata madrecita perché sapeva farsi vicina con tenerezza e coraggio.”
Con emozione, il vescovo ha ricordato di aver visitato i luoghi della missione in Ecuador: “La sua fama di santità era viva, le donne più anziane piangevano nel pronunciarne il nome.”
E poi l’invito, rivolto a tutti: “Come lei, anche noi possiamo passare per il Calvario diventando padri e madri di molte genti. È questo il Magnificat che oggi sale dai nostri cuori.”
Nel salone teatro, la cronaca dell’8 settembre 1975 ha riaperto la memoria di quel primo giorno, quando la casa apriva le sue porte al quartiere.
Sr Antonella Cangiano, direttrice della comunità, ha ripercorso le tappe di cinquant’anni di vita condivisa, ricordando con gratitudine le sorelle e i laici che hanno animato questa missione educativa.
“Questa casa – ha detto – è un albero che ha messo radici profonde, e continua a dare frutti di speranza.”
Sono seguiti gli interventi di sr Maria Luisa Nicastro, Segretaria Generale dell’Istituto, che ha portato la gratitudine della Madre e del Consiglio generale, e di sr Paola Semproni, Segretaria Ispettoriale, che ha trasmesso il saluto e la vicinanza dell’Ispettrice.
L’Assessora Paola Ilari ha ricordato come, in un quartiere ancora in costruzione, le Figlie di Maria Ausiliatrice “abbiano creato comunità e fiducia quando le istituzioni erano lontane”.
Particolarmente toccante la testimonianza di sr Roberta Tomasi, oggi missionaria a Gerusalemme:
“È qui che ho imparato che la gioia nasce dal dono. Se dovessi tornare indietro, rifarei la stessa scelta cento volte.”
E ancora: “Mi porto dentro l’eredità di questa casa: essere artigiana di pace, con il volto e con il cuore.”
Cecilia Rinaldini, giornalista Rai ed ex allieva, ha ricordato gli anni trascorsi tra queste mura:
“Ci avete insegnato l’ascolto, l’attenzione verso gli ultimi, la speranza come dovere morale. Qui abbiamo imparato a dire no alla guerra, sì alla pace, scommettendo sull’educazione.”
Sr Franceschina Giancola ha testimoniato lo stile educativo che da sempre anima la casa: quello di formare “giovani per i giovani”, affidando ai più grandi il compito di guidare e sostenere i più piccoli.
Infine sr Caterina Cangià ha presentato la mostra fotografica curata per l’occasione, immaginando la casa come “un grande albero cresciuto nel tempo”, dalle prime radici della Scuola dell’Infanzia e della Polisportiva Salgen, fino ai corsi professionali, alla Bottega d’Europa, alla Scuola Primaria e alla Casa per Ferie Betania Salesiana.
Nel pomeriggio la festa si è aperta al quartiere: il grande cortile del Sacro Cuore è diventato un luogo di incontro e di gioia condivisa. Bambini, ragazzi, famiglie, ex allievi e insegnanti hanno riempito gli spazi di voci e colori. I giochi, le esibizioni di ginnastica e pattinaggio, la tradizionale vendita delle torte, i sorrisi delle mamme e dei papà hanno restituito l’immagine di una comunità viva, grata, semplice — nel vero stile salesiano.
Cinquant’anni dopo l’8 settembre 1975, la Casa Sacro Cuore continua ad essere una presenza che educa e genera, una “casa che accoglie, scuola che educa, chiesa che evangelizza e cortile dove incontrarsi tra amici”, come sognava Don Bosco.
E per la nostra Scuola Maria Ausiliatrice di Via Morrone, far parte di questa storia significa camminare ogni giorno nella stessa direzione: educare con il cuore, nella speranza e nella gioia.
